La Normandia in pillole

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Pensando alla Normandia, agli appassionati di storia verrà automaticamente in mente uno degli episodi più importanti della Seconda Guerra Mondiale. Fu nelle sue spiagge, infatti, che nel mese di giugno del 1944 le truppe alleate sbarcarono, liberando così l’Europa dai totalitarismi. La Normandia, tuttavia, è con difficoltà racchiudibile in un avvenimento certamente importante, ma poco funzionale nel sintetizzarne la ricchezza sia culturale che naturale. Abbiamo perciò per voi selezionato alcuni dei luoghi che, in occasione di un soggiorno qui, dovreste visionare.



Residenza di Claude Monet, Giverny

Impressionismo ed impressionismo sono state due correnti pittoriche ben rappresentate, in territorio francese, da esponenti il cui talento tuttora intonato riecheggia. Universalmente inserito nella lista di coloro i quali hanno fondato l’impressionismo transalpino, Claude Monet visse gran parte della sua esistenza nel piccolo villaggio normanno di Giverny, poco più di 500 residenti in tutto. Nel periodo di tempo intercorrente tra il 1883 ed il 1926 (anno della sua dipartita), Monet trascorse i propri giorni all’interno d’una villa che, se interessati, avrete la possibilità di visitare. Dove la Senna e l’Epte incrociano vicendevolmente il proprio inarrestabile cammino, l’artista decise di far erigere da terra una residenza nella quale poter coltivare ed alimentare quelle che per tutta la vita sono state le sue più grandi passioni: l’arte e la botanica. A rapire immediatamente l’occhio è la colorazione caratterizzante l’intonaco, tendente ad un rosa relativamente vivace. Tutt’attorno, varietà floreali ed essenze prosperano in un giardino riconoscibile con l’epiteto di Clor Normand. Le tinte che intersecandosi s’abbracciano, insieme ai fiori, divennero in sede d’allestimento dell’orto botanico oggetto di un’attenta selezione da parte di Monet, desideroso di conferire al tutto un’armonia che non ha assolutamente nulla di casuale. Peonie, nasturzi, narcisi e rose concorrono, insieme ad altre varianti floreali, ad emanare sfumature che coccoleranno col delicatezza ogni senso. Altrettanto meritevole d’una sosta è il giardino acquatico. La sua impronta stilistica ricalca con fedeltà la passione di Monet per l’arte nipponica. Nello specchio d’acqua adiacente, un grazioso e calmissimo laghetto, galleggiano con lentezza un’infinità di ninfee. La visione d’insieme, ovviamente, cambia col susseguirsi delle stagioni. A tal proposito, vi consigliamo di giungere qui in primavera, quando i fiori crescono con maggior vigore e rigogliosità. Procedendo, e penetrando pertanto all’interno della villa, l’ambiente che inizialmente si mostrerà a voi è lo studio nel quale Monet dava vita alle proprie incommensurabilmente preziose creazioni. Tante sono le tele riproducenti le sue opere di maggior successo. Nella stanza dedicata alla consumazione dei pasti, oltre alle pareti tinteggiate di giallo, avreste modo di contemplare una corposa collezione di stampe giapponesi, alcune delle quali firmate da Katsushika Hokusai.



Museo della Normandia, Caen

La distanza da dover percorrere per raggiungere, da Giverny, la città di Caen ammonta a 175 chilometri, più o meno colmabili in poco meno di due ore. Approdati in uno dei centri principi della Normandia, un sito che non potreste mai estromettere dalla vostra lista è il Museo della Normandia. Struttura museale aperta al pubblico nella seconda metà degli anni Quaranta, i suoi padiglioni hanno la capacità di ripercorrere, dalla Preistoria fino ad arrivare ai giorni nostri, il lunghissimo e tuttora in essere percorso storico caratterizzante la regione francese. Internamente, i manufatti amorevolmente custoditi sono quantificabili in circa 80.000 unità. Alcune delle collezioni regine possiamo in questo modo sintetizzarle:



    • Antichità gallo-romane. Monete ed anfore presentano, analizzandole con attenzione, tanti dei dettagli stilistici caratteristici sia dell’arte greca che di quella romana. Una riproduzione in scala copia con minuzia un paio di cascine galliche rinvenute nei pressi di Ifs. Un altro reperto, etichettato con la dicitura di “Stele di Vostro”, è stato riportato alla luce negli anni Sessanta dell’Ottocento. Sulla superficie della lastra di pietra, agevolmente consultabile è il nome di colui il quale, essendo vissuto fino alla veneranda età di 80 anni, ha quindi dato il nome alla stele. Una lieta ed ulteriore nota è data da un bassorilievo di matrice funeraria riportante due pescatori. Alla persona defunta sono invece state date le sembianze di un’aquila, animale che anticamente simboleggiava la glorificazione;

    • Ceramica. Materia prima largamente fruita almeno fino al primo decennio del Novecento, la ceramica venne in Normandia abilmente lavorata adottando due tecniche tra loro distinte. Una tradizione profondamente radicatasi qui vede nel centro abitato di Noron-la-Poterie uno dei suoi ultimi ed imperterriti baluardi. Gli articoli posti dinanzi alla pubblica ammirazione erano destinati a soddisfare gli utilizzi più diversi. Un vaso del tutto particolare, localmente soprannominato “mathon”, veniva ad esempio usato nel processo di conservazione del burro e di altri derivati del latte. Un altro genere di brocca era invece volto a contenere il Calvados, un’acquavite prodotta proprio in Normandia. La lavorazione della ceramica interessava anche il settore edilizio, con mattonelle elegantemente decorate che ricoprivano sia i pavimenti che le parete interne di molte residenze nobiliari seicentesche e settecentesche.



Juno Beach Center, Courseulles-sur-Mer

Terzo centro sfiorato dal corrente itinerario è quello di Courseulles-sur-Mer, comune che odiernamente conta tra le proprie ristrette frontiere 4.000 abitanti circa. Juno Beach, frangente litoraneo appartenente al suo territorio, divenne durante il secondo conflitto mondiale palcoscenico d’una battaglia in occasione della quale a fronteggiarsi furono le truppe canadesi e quelle tedesche. Nelle retrovie della spiaggia, nel 2003, vennero aperti i battenti d’un museo, il Juno Beach Center, che nel commemorare l’apporto bellico canadese rimembra materialmente un evento, lo sbarco in Normandia, che per le sorti della guerra apparse cruciale. Fra i temi trattati, tuttavia, non vi è solo quello inerente il mero conflitto.


Molteplici, infatti, sono le mostre atte a descrivere la vita d’una normale famiglia canadese prima che il mondo sprofondasse in uno scontro planetario fra ideologie. La foggia dell’edificio ammicca ad una modernità trasparentemente ostentata. Distante un centinaio di metri dalla striscia sabbiosa coincidente con la spiaggia, il museo è stato quasi interamente rivestito da placche in titanio. Per connotati, lo stabile somiglia sorprendentemente ad una foglia di acero. Tra la striscia di sabbia ed il museo giace una statua che nel suffragare i caduti ha assunto la denominazione di Remembrance and Renewal. Disposto frontalmente permane tuttora un bunker in calcestruzzo utilizzato dai tedeschi per gli avvistamenti. Se volete giovare d’una visita guidata, un team di studenti canadesi asseconderà con pazienza codesta legittima esigenza.

Cattedrale di Notre-Dame, Rouen



Tra le città normanne, Rouen eccelle culturalmente. Una delle sue icone è senza ombra di dubbio alcuna la Cattedrale di Notre- Dame, edificio religioso il cui tratto stilistico gotico è marcato. Le fasi iniziali della sua posa in opera sono temporalmente collocabili nell’anno 1030. Le fattezze attuali sono tuttavia attribuibili ad interventi ultimati nella prima metà del Cinquecento, in pieno Rinascimento. Le torri maestre sono tre. Congegnata nel 1185, la torre settentrionale, omaggiante San Romano, dista da terra la bellezza di 85 metri. A meridione, in corrispondenza del frangente sito sul lato destro, s’eleva la Torre di Burro, ultimata nel 1506.




Il nome è figlio d’una ragione insolita. Della sua erezione, infatti, si resero responsabili coloro i quali, tra i fedeli, contribuirono finanziariamente in cambio del consumo di burro anche durante il periodo della Quaresima. Per dimensioni, la Torre nolare svetta sulle altre due. Rasa al suolo a più intervalli e per le più diverse motivazioni, l’architrave in ghisa s’arresta ad un’altezza, pari a 151 metri, che vale al campanile il terzo posto tra quelli più alti ubicati nel Vecchio Continente. Nel corridoio sito posteriormente rispetto all’abside, permangono tre cappelle radiali. Il significato incarnato dalla Cappella della Vergine fa passare in secondo piano la seppur lampante beltà delle altre due. Gotica come tutto il resto della cattedrale, la cappella racchiude a sé anche dei sepolcri monumentali. Uno di questi è costituito dal Mausoleo dei Cardinali d’Amboise, allestito in memoria di Georges I e Georges II, zio e nipote.

Mont Saint-Michel

Dichiarato Patrimonio UNESCO tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta, verso Mont Saint-Michel affluiscono annualmente oltre tre milioni di accorrenti. Dalla cima di quest’isoletta rocciosa, collegata alla terraferma grazie ad una strisciolina che tende a scomparire quando la marea s’alza, s’affaccia l’abbazia benedettina. A proposito di quest’ultima, la posa della prima pietra avvenne intorno all’anno 1.000. Sentitamente venerata in loco è, facile immaginarlo, la figura di San Michele Arcangelo, motivo per il quale una grossa fetta di turisti è rappresentata da chi fa della fede un importante aspetto. Il paesello si sviluppa circolarmente calcando l’angusto serpeggiare dell’arteria cittadina principale, la Grande Rue. La pianta interna della chiesa abbaziale è a croce latina. Il piedicroce si articola a sua volta in tre navate, una centrale e due poste lateralmente. Per quel che riguarda la prima, l’arco che superiormente la sovrasta è in legno. Il loggiato interno, oltre a dividere la navata regina dalle altre due, è tappezzato di bifore che ad intervalli regolari si susseguono. L’abside, risalente al Quattrocento, comprende centralmente un altare sorretto da due placche di pietra grigia.

Una manciata di dritte

Qualche info, come di consueto:



  • Il periodo migliore per giungere qui coincide con la stagione estiva, nei mesi che vanno da giugno a settembre;
  • Data l’estrema dispersione geografica delle attrazioni, cosa buona e giusta sarebbe, dopo essere atterrati a Parigi, noleggiare un’automobile. Guidare, in una regione come la Normandia, sarà qualcosa di straordinario, sia perché i paesaggi meritano sia perché le arterie stradali beneficiano d’una buona e costante manutenzione. Fate attenzione alla segnaletica, leggermente diversa da quella italiana. In Francia, infatti, la segnaletica verticale autostradale è di colore blu;
  • Per ciò che concerne i prezzi degli alberghi, i consigli possono essere esclusivamente di carattere generale. Scegliendo di alloggiare a Caen, il prezzo per una stanza in hotel a 4 stelle è compreso tra i 120 ed i 135 euro a notte. A Rouen, per una sistemazione di pari livello, non spendereste più di 110 euro a notte.



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