<” class=”TPAutoLinks” >” class=”TPAutoLinks” >p” class=”TPAutoLinks” > class=”p1″>Un velo il cui sentore emana leggenda avvolge l’Orient Express, celeberrimo treno passeggeri entrato con gli anni a far parte sia di fortunate pellicole cinematografiche sia di romanzi per nulla manchevoli di suspense. La tratta in questione era in grado di mettere tra loro in collegamento il frangente occidentale del Vecchio Continente con quello situato ad oriente. Partente a Parigi e giungente in ultima battuta ad Istanbul, la nascita dell’Orient Express è temporalmente situabile nel 1883. Lo scoppio dei due conflitti mondiali ne interruppe momentaneamente un’attività poi definitivamente sospesa, per via della sempre più agevole ed economica fruizione del trasporto aereo, nel mese di dicembre del 2009. Fu la Belmond Management Limited, agenzia britannica tuttora attiva nel settore turistico, a riportare in vita quella che agli amanti dei viaggi appare un’icona talmente luccicante da resistere parzialmente inalterata all’inesorabile trascorrere del tempo.
Il percorso originario
Il tragitto messo a punto in principio esordì il 4 ottobre del 1883. La stazione parigina di Gare de L’Est, tra i maggiori scali ferroviari della Capitale Transalpina, rappresentò l’origine d’un viaggio il quale, attraversando la bella Vienna, s’arrestava in Romania, nella città di Giurgiu. Centro contante internamente poco meno di 70.000 residenti, Giurgiu è prossima alla frontiera bulgara. La sua fondazione va fatta con ogni probabilità risalire al Trecento. Giungendo qui, alcuni mercanti d’origine genovese si resero artefici non soltanto della posa in opera d’un porto affacciante sul Danubio, ma anche dell’istituzione di alcuni istituti di credito. Fiorente risultò all’epoca anche il settore tessile. A navigare lo stesso fiume, a sua volta attraversante ben 10 Paesi europei, erano anche i passeggeri dell’Orient Express, i quali nella città bulgara di Varna si vedevano costretti a salire su un altro treno. La gloriosa Costantinopoli costituiva il capolinea d’una traversata senz’altro spezzettata dal punto di vista meramente logistico, ma palesemente lussuosa se si tenesse a mente la serie di comfort di cui i viaggianti potevano beneficiare nei vagoni.
Tra i siti che meglio di altri simboleggiano Istanbul compare, fiera, la figura certamente vivace della Moschea Blu. Responsabili dell’epiteto che la fregia sono poco più di 20.000 piastrelle turchesi. Vicendevolmente assemblate, esse vanno a comporre uno strato uniforme ricoprente l’interezza della cupola. Congegnata fra il Seicento ed il Settecento, la Moschea Blu consta di ben 6 minareti, caso più unico che raro. L’unica struttura capace di sovrastare un simile primato è, a livello globale, la moschea della Ka’Ba, a La Mecca. Codesta peculiarità partorì da quello che potremmo definire un malinteso bello e buono. Il progettista confuse i voleri del sultano commissionante, Ahmed I, con un’interpretazione tanto soggettiva quanto, pertanto, errata. Se è vero che il sovrano chiese di rivestire d’oro i minareti, è altrettanto vero che l’architetto consultato per l’opera scambiò l’equivalente in lingua turca di “oro” con “sei”.
Il Simplon Orient Express
Nel primo decennio del Novecento, una variante supplementare, notoria con l’appellativo di Simplon Orient Express, rimpinguò sensibilmente l’offerta. Ad opporsi energicamente ad un progetto che avrebbe minato l’esclusività del percorso principe fu l’Impero Austro-Ungarico. Le perplessità espresse da una potenza ormai morente scaturivano soprattutto dalla volontà di tutelare un tragitto originario il quale, toccando tante città poste sotto la propria vigile egida, appariva quindi particolarmente proficuo dal punto di vista sia economico sia, conseguentemente, turistico. A cavallo fra le due guerre mondiali, il Simplon Orient Express s’arricchì di vagoni utilizzabili da tutti coloro i quali, raggiungendo Calais, avevano poi necessità di andare a Londra. Verso meridione viravano invece gli spostamenti da Parigi. Il traforo del Sempione, per tanti anni primo in ordine di lunghezza tra le gallerie sotterranee, fu aperto nel 1905. L’ambiziosa opera, attraversante le Alpi Lepontine, permise al treno, dalla Svizzera, di tangere le città italiane di Milano e Venezia. Dal centro lagunare, poi, per sfociare ad Istanbul l’itinerario sfiorava capitali altrettanto degne d’interesse come:
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- Belgrado. I primi insediamenti umani in loco documentati sono più o meno risalenti al 5.000 a.C. Gli Scordisci, popolazione d’origine celtica, si stabilirono in prossimità del frangente attualmente corrispondente al centro storico. Sarebbe un peccato lasciare Belgrado senza aver mirato tutto quel che di bello contiene il Museo nazionale di Serbia, aperto al pubblico nel 1844. Le esposizioni che per preziosità primeggiano sono quelle rispettivamente suffraganti sia l’arte francese che quella italiana. Alcuni degli artisti tuttora viventi nelle proprie opere sono Matisse, Monet, Caravaggio e Tiziano;
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- Sofia. Alle spalle della Capitale bulgara s’erge nella propria imponenza il Monte Vitosa, un rilievo la cui altezza registrata in cima ammonta a 1.275 metri. Tante delle cartoline che ne ritraggono i tratti comprendono la cattedrale di Aleksandr Nevskij, eretta da terra negli anni Ottanta dell’Ottocento. L’obiettivo iniziale, giustificante la sua costruzione, fu quello di assicurare una degna commemorazione ai circa 200.000 militi caduti nel conflitto russo-turco. La cripta, in origine eretta per custodire le spoglie di alcuni sovrani locali, è stata successivamente convertita. Adesso, infatti, le sue pareti affagottano a sé icone giungenti da tutto il territorio bulgaro.
L’Arlberg Orient Express
Terza ed ultima tra le soluzioni era costituita dall’Arlberg Orient Express. Londra o Parigi erano in alternativa i punti dai quali accingersi a partire. Svizzera ed Austria s’anteponevano ad un’altra città che prima di scendere ad Istanbul sarebbe un piacere assaporare: Budapest. Lontano (ma soltanto per blasone) dai siti che normalmente andrebbero qui visionati, il Museo Etnografico di Budapest rappresenta in realtà qualcosa che i più curiosi non dovrebbero lasciarsi sfuggire. Varcando la soglia di ingresso, una raffinatissima scala si prospetterebbe dinanzi a voi. Sollevando lo sguardo, questo verrà immediatamente catturato da opere pittoriche realizzate da Kàroly Lotz. I manufatti appartenenti alla collezione del museo sono ad oggi quantificabili in 170.000 unità. Una mostra permanente espone alla luce dei riflettori indumenti ed oggetti riconducibili alla cultura magiara. Il lasso di tempo coperto va dall’antichità ai giorni nostri. Da Budapest, i passeggeri dell’Arlberg Orient Express avevano modo di vagliare due opzioni. Adottandone una si poteva, transitando in territorio rumeno, approdare ricalcando il tragitto principe in Turchia. Optando invece per la seconda, Belgrado ed Atene erano solo due delle fermate metaforicamente baciate.
Rievocazione contemporanea
L’Orient Express è un simbolo, ed i simboli non vanno lasciati cadere nei meandri d’un inospitale dimenticatoio. Disponendo d’una somma economica che nel concreto risulta, è bene precisarlo, non troppo accessibile, coloro i quali vogliono ripercorrere quel che è stato potranno prender parte ad un viaggio a bordo del Belmond Venice Simplon Orient Express. Le prestazioni offerte, per un costo mediamente ammontante a 4.300 euro a persona, comprendono la partecipazione a party esclusivi, la degustazione di manicaretti tipici e quindi dipendenti dalla fermata attraversata ed i servigi garantiti da camerieri agghindati di tutto punto. L’eccellenza ed il lusso, quindi, saranno i due principi cardine. Diciotto in tutto sono le carrozze, 12 delle quali comprensive di letto. Tre, invece, sono quelle dedicate alla ristorazione.
La loro restaurazione è avvenuta nelle officine di Ostenda, in Belgio. Questa rotta ferroviaria, nata appunto per calcare seppur parzialmente un mito presente nella fantasia d’ogni sognatore, è annualmente attiva nel periodo di tempo compreso fra i mesi di marzo e novembre. Modifiche postume hanno consentito di addizionare al tratto inizialmente messo a punto destinazioni come Zurigo, Innsbruck e Verona. Un paio di volte all’anno, come se ciò non bastasse, un’altra prestigiosa aggiunta colma d’interesse un viaggio fascinoso già di per sé: Praga. Capitale della Repubblica Ceca, Praga ingloba un centro storico dichiarato, nel 1992, Patrimonio UNESCO. Chi vi scrive ha un anno orsono avuto l’onore di visitarla. Tante, chiaramente, sono le gemme che brillando ne irradiano esternamente l’attrattiva. Da Petrin, deliziosa collinetta alta poco meno di 350 metri, la vista è quanto di più zittente potreste immaginare. Una funicolare vi permetterà di salire fin su. Attorno all’osservatorio astronomico, fondato tra gli anni Venti e gli anni Trenta, stazionano beatamente giardinetti ben curati, ricoperti d’un manto uniforme di coloratissimi fiori. Praga sembrerà dal basso inchinarsi a voi, mentre la natura infonderà nella vostra anima quella calma che in loco esiste senza compromessi al ribasso. Nel mese di settembre, il Belmond Venice Simplon Orient Express passa anche nei pressi di Sinaia, in Romania. Poco conosciuta ma non per questo poco meritoria, Sinaia dista una cinquantina di chilometri da Brasov. Qui, dovreste sostare se amate sia le discipline sportive invernali sia le escursioni nella natura. Senza poi dimenticare il Castello di Peles, per foggia molto più simile ad un palazzo. Gli ambienti interni sono stati sapientemente decorati con legni sottoposti ad un fine intaglio. La sua superficie globale è pari a 3 chilometri quadrati, per un numero di sale superiore alle 150 unità. Una trentina sono solo i bagni. Tra le collezioni più interessanti vi è quella trattante le armature, che insieme alle armi danno modo di attenere un numero di pezzi non inferiore ai 4.000. Nutrita è anche la raccolta di tappeti, provenienti da centri posti ad oriente come Mosul ed Isparta.
Le comparsate
Tra le opere, sia letterarie che cinematografiche, nelle quali l’Orient Express ha ottenuto una menzione vi sono:
- “Dracula”, romanzo redatto dallo scrittore irlandese Bram Stoker nel 1897;
- “Assassinio sull’Orient Express”, romanzo giallo completato da Agatha Christie nel 1934. Tra i protagonisti dell’opera vi è il detective d’origine belga ma trasferitosi nel 1914 in Gran Bretagna Hercule Poirot;
- “Dalla Russia con amore”. Nel film, James Bond sale sull’Orient Express per fuggire verso Trieste.