Berlino, Capitale della Germania unita

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I suoi quasi 4.000.000 di abitanti fanno di Berlino non soltanto la Capitale di una Germania che dalle ceneri dal passato ha avuto la volontà di risorgere senza però dimenticare ciò che è stato, ma anche il comune che nel perimetro dell’Unione Europea primeggia per densità. Sono 70 i chilometri che la separano dalla frontiera polacca, con un’estensione del territorio facente capo ad essa che invece è pari a quasi 900 chilometri quadrati. Avete mai pensato ad un viaggio fin qui? Se la risposta è affermativa, allora quel che dovrete fare è consultare la guida che segue.

 





La Porta di Brandeburgo

Una volta giunti a Berlino, dirigersi verso il sito che meglio d’ogni altro la simboleggia diverrebbe un atto quantomeno doveroso. Costruita a cavallo tra il 1788 ed 1791, la Porta di Brandeburgo è un monumento la cui notorietà, anche e soprattutto per il significato che sa materialmente incarnare, ha ormai raggiunto una portata globale. Se è vero che durante la Guerra Fredda la sua ferma permanenza era suo malgrado legata alla funesta divisione geografica tedesca, è altrettanto vero che quando il Muro cadde esso assunse una valenza del tutto differente, andando ad impersonificare la tanto agognata riunificazione. La sua inaugurazione andrebbe fatta risalire al 6 agosto del 1791, giorno nel quale un progetto posto in essere da Carl Gotthard Langhans assunse finalmente delle fattezze toccabili con mano. In sede di redazione del progetto su carta, pare che l’architetto tedesco abbia arditamente tratto ispirazione dai Propilei ateniesi. Scendendo maggiormente nel particolare e focalizzando momentaneamente l’attenzione sulle dimensioni, la Porta di Brandeburgo si caratterizza per un’altezza ammontante a 26 metri e per una larghezza pari invece a 65.



Le colonne, il cui stile tendente al dorico appare difficilmente confondibile, danno vita a ben cinque aperture. Il cocchio situato sulla superficie apicale, trainato da quattro cavalli, venne dato alla luce tre anni dopo l’apertura del sito. Ne 1807, tuttavia, la quadriga venne traslata a Parigi per volere Napoleone I. Sette anni più tardi l’opera, arricchita da un ulteriore particolare grafico (la croce retta dalla dea della pace) venne fortunatamente rispedita al mittente. Nel bel mezzo di un conflitto che divise in mondo in due blocchi tra loro contrapposti, i vertici della Repubblica Democratica Tedesca decisero, per via soprattutto dell’accentuata larghezza delle cinque aperture, di far allestire nelle immediate vicinanze una porzione ulteriore di muro, volta a ridurre ai minimi termini ogni pericolo di infiltrazione nemica. Sia la struttura che il cocchio sovrastante divennero vittima di sensibili danneggiamenti durante la Seconda Guerra Mondiale. Entrambi, successivamente, vennero tuttavia sottoposti ad interventi di carattere restaurativo atti a ripristinarne la bellezza originaria. Ai giorni nostri, la Porta di Brandeburgo è stata riportata in alcune monete (quelle da 10, 20 e 50 centesimi di euro).





Il Memoriale dell’Olocausto

Annualmente, sono oltre 500.000 i visitatori che, da ogni angolo del mondo, fanno visita ad un posto il cui obiettivo è quello di alimentare, giorno dopo giorno, una memoria che nel caso specifico dell’Olocausto non può e non deve andare a scemare. La porzione di terreno sulla quale il Memoriale dell’Olocausto è stato allestito appartenne originariamente, nell’epoca in cui in nazismo esercitò in Germania un potere privo di condizioni, ad una delle personalità più controverse di quel regime, l’allora ministro della propaganda Joseph Goebbels. Il basamento sul quale sono stati posati gli oltre 2.000 blocchi di cemento si contraddistingue non soltanto per una superficie irregolare, ma anche per un’estensione che ammonta a 19.000 metri quadrati. Ciascuna delle stele, in aggiunta, si eleva da terra per un tratto compreso tra gli 0,2 ed i 4 metri. Stando a quelle che erano le intenzioni iniziali d’un progetto redatto da Eisenman, l’obiettivo principe avrebbe dovuto essere quello di creare volontariamente disorientamento, con l’accorrente improvvisamente sopraffatto da un angoscioso stato di solitudine. Nella porzione posta a meridione, avrete la possibilità di visitare una parte sotterranea nella quale ripercorrerete le vicende personali di alcune delle vittime di una strage che in tanti, oggi, cercano colpevolmente di negare.

Il Reichstag

La posa della prima pietra del Reichstag è temporalmente collocabile nel 1894. Precedentemente, tutte le sedute dell’assise parlamentare si tenevano all’interno di sedi giudicate del tutto inadeguate. Prima della parte fattiva vera e propria, venne indetto un concorso al termine del quale scegliere il progetto migliore. Oltre un centinaio furono gli architetti che vi parteciparono. L’edificazione, cominciata un decennio più tardi, riscontrò sin dall’immediato delle difficoltà di carattere burocratico, inerenti perlopiù l’appezzamento di terreno sul quale erigere il palazzo. Colui che nel concorso riuscì a primeggiare fu Paul Wallot, con la posa del primo masso alla quale presenziò in prima persona Guglielmo I. Uno spaventoso incendio, divampato nel 1933, oltraggiò in maniera significativa una costruzione che, malgrado tutto, rimase una delle icone d’una città che della Germania è il centro irradiante. Nel 1945, in corrispondenza delle fasi finali di un conflitto dal quale la Germania uscì con le ossa rotte, il Reichstag venne, dopo un combattimento assai cruento, conquistato dalle truppe sovietiche. L’ultimo intervento, quello risalente alla prima metà degli anni Novanta, ha conferito allo stabile l’aspetto che tuttora sfoggia. Preliminarmente, l’intenzione dell’architetto britannico Norman Foster fu quella di dar nuova linfa ad un’opera che, nelle sue idee, avrebbe dovuto e potuto restituire centralità al Parlamento tedesco, senza però dimenticare un mai secondario rispetto per l’ambiente circostante. Quando a calare sono le tenebre della notte, l’enorme cupola (posta a 75 metri di altezza) vitrea che in alto troneggia regala una veduta sull’intera città che non ha eguali.





La torre della televisione

Una postazione ulteriore dalla quale avrete modo di visionare la città da un’angolazione a dir poco privilegiata è la torre della televisione. Il punto più alto, ubicato ad un’altitudine pari a 368 metri, permette a questa struttura di posizionarsi al primo posto nella prestigiosa schiera degli edifici tedeschi più alti. Per perfezionare il suo assemblaggio bastarono soli quattro anni, con l’inaugurazione che avvenne nel 1969. Le materie prime nei confronti delle quali venne orientata la scelta furono il cemento e l’acciaio. La sua conformazione, la quale poco si presta a funzionali paragoni, le assicura una notevole resistenza alle sollecitazioni provocate dalle folate ventose. Molteplici furono le criticità riscontrate in concomitanza con la fase di installazione di una sfera, quella posta sulla cima, assemblata in basso e poi sollevata tramite l’ausilio di una gru. Nei primi mesi del 1996 avvenne il collaudo dei nuovi ascensori. I vani, la cui portata massima raggiunge le 13 persone, consentono di raggiungere l’apice nel giro di una quarantina di secondi.







Il Tiergarden

Se nel vostro incedere è di un po’ di riposo che avete bisogno, il Tiergarden è un parco pubblico all’interno del quale la tranquillità non rimane soltanto un vocabolo. Estendendosi lungo una superficie ammontante a 342 ettari, il Tiergarden è stato quasi interamente ricoperto da conifere e latifoglie. Nei momenti in cui gli impegni settimanali cedono momentaneamente importanza al relax che caratterizza il weekend, è qui che i berlinesi si riversano sia per godere di un gioviale picnic in famiglia sia per praticare le più disparate discipline sportive. Le fattezze attuali gli vennero date nell’Ottocento, periodo nel quale i giardini all’inglese rappresentavano la tendenza imperante. L’incarico di tramutare quella che precedentemente appariva una semplice area verdeggiante in un sito a sua volta francheggiato da un giardino zoologico venne affidato all’architetto Joseph Lennè. Quando la Seconda Guerra Mondiale imperversò, è in loco che tanti residenti si rifornivano sia di legname sia di piccoli appezzamenti da poter sfruttare per le proprie colture. Per coloro che amano la solitudine, panchine isolate vi permetteranno di beneficiare della compagnia della sola vegetazione. Per chi, al contrario, vuol girare il parco in lungo e largo, i Velotaxi costituiscono una buona soluzione.



Il Duomo di Berlino

Epicentro di una chiesa protestante che in Germania ha redatto le pagine iniziali di un percorso lungo ormai secoli, il Duomo di Berlino è un richiamo tanto fedele quanto rispettoso al Rinascimento italiano. Tra le sue mura, tuttora giacciono le spoglie di alcuni degli esponenti più importanti della casata reale degli Hohenzollern. Ultimato nel primo decennio del Novecento, il Duomo di Berlino venne, al pari di numerosi edifici storici berlinesi, leso dai bombardamenti che della Seconda Guerra Mondiale furono il lascito più letale. La chiusura dello stesso si protrasse fino al 1993, con i lavori di restauro che vennero ultimati nel 2006. Questi ultimi resero nuovamente contemplabili alcuni mosaici, ritraenti sia personaggi sia eventi facenti parte della Bibbia, che permangono sulla superficie della cupola (33 metri di diametro), il cui perimetro esterno venne a sua volta riedificato a cavallo tra il 1975 ed il 1982. Percorrendo una scalinata comprensiva di quasi 300 gradini, dalla sommità vi si prospetterà una visuale perfetta per un duraturo scatto fotografico. Sul lato sinistro, dimora il più grande organo a canne di tutta la Germania, frutto della maestria di Wilhelm Sauer.

I musei

Come facilmente potreste arrivare ad immaginare, vasta e variegata è la gamma di strutture museali che punteggiano la città. In questa sede, ci limiteremo quindi ad elencare quelle che, secondo noi, proprio non potrete escludere:



  • Neues Museum (ticket 12 euro). La sua porta d’ingresso venne, dopo una lunga chiusura, riaperta nel 2009, quando a trovar debita conclusione fu l’opera restaurativa posta sotto la diretta supervisione del britannico David Chipperfield. L’esposizione prevalente è ovviamente quella omaggiante la civiltà egizia. Riconducibile a questa è il reperto al quale andrebbe consegnata la palma di piatto forte, ossia il Busto di Nefertiti, scoperto nel 1912 a Tell el-Amarna. Sono circa 700.000 coloro i quali, a cadenza annuale, varcano la soglia di questo polo museale;

  • Alte Nationalgalerie (ticket 10 euro). Eretto da terra alla fine dell’Ottocento, la vecchia galleria nazionale comprende internamente dipinti esprimenti le diverse correnti artistiche del XIX secolo. La facciata posizionata esternamente si distingue per un elegante colonnato che la cinge per intero. Firme di spicco, tuttora viventi all’interno di tele dinanzi alle quali contemplare senza fiatare, sono ad esempio quelle di Arnold Bocklin e di Max Liebermann. In un paio dei plessi di nuova costruzione sono stati esposti dipinti riconducibili al Romanticismo tedesco. La pittura non è l’unica arte trattata qui. A completare un’esposizione nutrita di suo vi sono elementi scultorei di Reinhold Begas e di Christian Daniel Rauch;
  • Bode Museum (ticket 10 euro). Forme d’arte che qui trovano degna ubicazione sono quella bizantina e quella meramente scultorea, con meraviglie scolpite tra l’era medievale ed il Settecento. Meritevoli di un interesse il cui vigore neanche per un secondo verrà meno sono, come se ciò non fosse ancora sufficiente, sia la sala omaggiante le terrecotte di Luca della Robbia sia quella suffragante il tardo gotico tedesco;

  • Pergamon Museum (ticket 6 euro). Facendo affidamento sulla completa oggettività dei dati numerici, pare che a cadenza annuale siano 850.000 persone che qui giungono. Per comprendere le ragioni della sua denominazione, il pensiero andrebbe arrestato nei pressi di Pergamo, antica città dell’Anatolia dalla quale proviene la stragrande maggioranza dei pezzi qui gelosamente custoditi. Picchi soavi di una collezione trattante reperti che vanno dall’età arcaica fino all’ellenismo verranno raggiunti nell’istante in cui poserete gli occhi sulla Porta del Mercato di Mileto e sull’altare di Pergamo. Di eguale prestigio si compiace l’ala intitolata “Museo dell’arte islamica”. Qui, infatti, staziona la facciata di Mshatta, proveniente da una costruzione islamica localizzata non troppo lontano da Amman, capitale della Giordania;
  • Museum Berggruen (ticket 12 euro). Aperto sul finire degli anni Novanta, la portata principale è senza ombra di dubbio rappresentata da un centinaio di opere riportanti il tratto inconfondibile di Picasso. Autore ulteriore in loco trattato è Paul Klee, con dipinti da esso realizzati in un arco temporale di almeno un ventennio. Esponenti non meno notori sono, infine, Braque e Giacometti.

 

Le birrerie

Parlando della Germania, la birra non potrebbe rimaner fuori. Di sera, prima di coricarvi nella sistemazione che avrete scelto, perché non sorseggiare in compagnia dei propri compagni di viaggio una buona birra locale? A tal proposito, proveremo perciò a render note alcune delle migliori birrerie di Berlino:



  • Aufsturz. Qui, la birra e la musica vanno a comporre un mix apparentemente forzoso, ma funzionale quel tanto che basta per farvi tornare. Sono circa 200 i coperti garantiti nell’area interna, alla quale se ne aggiungono altri 100 esternamente. Nel 2004, nel piano sotterraneo, è stata allestita un’ampia sala nella quale si esibiscono band e solisti che con le loro note allieteranno la vostra serata;
  • Zum Nussbaum. Si è in presenza di un locale dalle dimensioni ridotte ma dalla storia il cui principio è ritracciabile molto indietro nel tempo. Ubicata frontalmente rispetto alla Chiesa di Nikolai, il Zum Nussbaum spicca per degli arredamenti old style, per una birra ottima e per prezzi alla portata di tutti;



  • Alt Berliner Wirthaus. Analogamente al locale appena descritto, anche questo rispecchia una tradizione visibile prima di tutto in un arredamento nel quale il moderno non è ancora entrato. Un ulteriore aspetto che gioca a suo favore è dato dalla posizione. Dalla Porta di Brandeburgo la distanza è infatti colmabile anche a piedi.

 

Qualche dritta finale

Per chiudere, i consueti consigli:

  • Il periodo migliore per giungere a Berlino è quello compreso tra il mese di aprile e quello di giugno. In alternativa, potrete approdare qui anche tra settembre ed ottobre;
  • Per una sistemazione in hotel a tre stelle, le tariffe applicate dalle strutture ricettive non saranno inferiori ai 75 euro. Per una stanza in hotel a quattro stelle, invece, non spenderete meno di 120 euro;
  • Per muoversi, le soluzioni sono tante. In tram, avrete modo di raggiungere comodamente la zona più orientale della capitale teutonica. Altra soluzione da vagliare è costituita dal treno S-Bahn, grazie al quale potrete attraversare tutte le stazioni principali della città. Il ticket giornaliero ha in questo caso un costo ammontante a 7 euro. In ultimo c’è la metropolitana (prezzo del biglietto 2,80 euro), le cui 10 linee e le oltre 170 stazioni totali saranno nel fine settimana funzionanti h24;
  • Facile intuire quelli che saranno i manicaretti gustabili qui. Il primo è ovviamente il re degli snack, il brezel. Si è in presenza di un tipo di pane, dalla conformazione alquanto singolare, il cui impasto è composto da farina, malto, lievito di birra, bicarbonato ed acqua. La decorazione superficiale avviene tramite l’aggiunta generosa di semi di sesamo o si papavero. Un’altra pietanza attenzionabile sono i maultaschen, una sorta di ravioli ripieni di carne, spinaci, cipolle e pane.

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